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English to Italian: Art exhibition catalogue (excerpt) General field: Art/Literary Detailed field: Art, Arts & Crafts, Painting
Source text - English 1. Being, Time and Art
Ricardo Cinalli’s own choice of title and language - on this occasion his native Spanish - consists of three haiku-like short lines which appear to express a poetic conceit we should perhaps simply enjoy, rather like haiku is enjoyed, in terms of rhythm, musicality and so on…But these lines have a metaphysical ring about them which requires special attention; prima facie they appear to deal with time and being, two of the most tantalizing concepts philosophy has ever produced. If we seek, as indeed we should, a hermeneutics to unlock their ‘mystery’, this will in turn throw light on the universal themes which dominate Cinalli’s painting.
The concepts of ‘being’ and ‘time’ have been linked by Martin Heidegger in his seminal book: Being and Time in which Heidegger – bravely perhaps - embarked on a quest of demystification. By-passing the ontological issue of the universal nature of being, he focused on ontical (particular) beings, that is, you and me, famously using the German word Dasein. And so, Heidgeger elegantly argued, we are all Daseins
- individual ontical entities - living within our individual time line which is in fact the everydayness of our existence. But as we realize in our ordinary existence as we go about our business, that there are no aims and objectives to fulfil, no essence to model ourselves upon, no codes of morality (categorical imperatives) to follow, we are overcome by anxiety (angst). For Heidegger, anxiety uniquely provides the royal road to authenticity, which in lay terms could be explained as having the courage to face up to our human predicament but for him this experience results in a process of empowerment rather than renunciation or despair. In this state of ‘angst’ then, he argues, we feel ‘uncanny’ and it is this concept of the ‘uncanny’ (unheimlich) that Sigmund Freud proposed as a new aesthetic category , which - as he rightly pointed out - has hitherto been totally neglected in specialized literature.
The subject of the ‘uncanny’ is a province of this kind. It is undoubtedly related to what is frightening – to what arouses dread and horror; equally certainly, too, the word is not always used in a clearly definable, sense, so that it tends to coincide with what excites fear in general. Yet we may expect that a special core of feeling is present which justifies the use of a special conceptual term. One is curious to know what this common core is which allows us to distinguish as ‘uncanny’ certain things which lie within the field of what is frightening.
It is also this new aesthetic category of the ‘uncanny’ that can be universally predicated of Ricardo Cinalli’s oeuvre.
His choice of visual language is figuration and within this context, his choice of subject matter is restricted to the three universal themes of love, death and religion, to which I shall be returning later.
Translation - Italian 1. L’Essere, il Tempo e l’Arte
Il titolo scelto da Ricardo Cinalli, declinato nel suo spagnolo nativo, si compone di tre versi ricordanti un haiku e che sembrano esprimere un’immagine poetica dalla quale potremmo forse trarre semplicemente piacere, com’è d’uso per gli haiku, dal ritmo, dalla musicalità e così via…. Tuttavia questi versi possiedono anche una sonorità metafisica che richiede un’attenzione particolare. A prima vista danno l’impressione di trattare del tempo e dell’essere, due dei più affascinanti concetti mai prodotti dalla filosofia. Se ci mettessimo alla ricerca, come effettivamente dovremmo, di un’ermeneutica capace di svelare il loro ‘mistero’, essa metterebbe in risalto i temi universali che dominano la pittura di Cinalli.
I concetti dell’essere e del tempo sono stati collegati da Martin Heidegger nella sua opera seminale “Essere e Tempo” nella quale, forse coraggiosamente, l’autore intraprende una ricerca di demistificazione. Aggirando la questione ontologica riguardante l’universale natura dell’essere, Heidegger si concentra su esseri ontici (ben precisi), ossia gli individui, usando splendidamente la parola tedesca Dasein. In tal modo egli è capace di argomentare elegantemente a proposito del nostro essere tutti dei Daseins, ossia entità ontiche e individuali viventi all’interno della nostra singola temporalità, che è in realtà la fonte della nostra esistenza quotidiana. Ciò nonostante, nel renderci conto che nelle nostre consuete faccende e occupazioni non esistono né obiettivi, né scopi da raggiungere, né matrici su cui modellarci, o codici morali (imperativi categorici) da seguire, ci ritroviamo sopraffatti dall’ansia (angst). Secondo Heidegger, solo l’ansia è capace di mostrarci la nobile strada verso l’autenticità, che in termini profani può essere spiegata con l’avere il coraggio di affrontare la nostra difficile condizione di uomini, anche se per lui da questa esperienza consegue un processo di responsabilizzazione e autonomia, più che di rinuncia o disperazione. Egli spiega in seguito come in questo stato di ‘angst’ ci si senta ‘perturbati’ ed è proprio questo concetto del ‘perturbante’ (unheimlich) che Sigmund Freud propone come nuova categoria estetica , che – come lui stesso giustamente precisa – è stata finora completamente ignorata dalla letteratura specializzata.
Il soggetto del ‘perturbante’ si articola nel seguente ambito. È indubbiamente collegato a ciò che è spaventoso, a ciò che desta terrore e orrore; inoltre, è altrettanto certo che la parola non è sempre utilizzata con un senso chiaramente definibile, cosicché essa tende a coincidere con ciò che suscita la paura in generale. Tuttavia, saremmo in diritto di presumere che sia presente un caratteristico nucleo di sentimenti per giustificare l’uso di un particolare termine concettuale. Rimane quindi la curiosità di voler conoscere quale sia questo nucleo comune, capace di farci definire ‘perturbanti’ alcuni fenomeni che risiedono nella sfera di tutto ciò che crea spavento.
È proprio questa nuova categoria estetica del ‘perturbante’ che si esprime universalmente nell’opera di Ricardo Cinalli.
Il linguaggio visivo da lui scelto è quello figurativo e, nell’ambito di questo contesto, la scelta delle sue tematiche è ristretta ai tre temi universali dell’amore, della morte e della religione, sulla quale mi soffermerò più avanti.
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Translation education
Bachelor's degree - Université Sorbonne Nouvelle - Paris 3
Experience
Years of experience: 13. Registered at ProZ.com: Feb 2012.